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Industria e Innovazione

I maceri: una risorsa importante per il settore cartario italiano

I maceri si confermano come materia prima seconda sempre più strategica per la filiera cartaria italiana: un’eccellenza nazionale che ha saputo resistere alle turbolenze del mercato globale.

di
Redazione
27 febbraio 2023

Anche nel 2021 il nostro Paese è risultato primo in Europa nel riciclo della carta e del cartone.
È stata infatti raggiunta, in anticipo di qualche anno, la soglia dell’85% di tasso di riciclo cellulosico che l’Unione Europea ha richiesto di raggiungere entro il 2030.

I dati, presentati dal 27° Rapporto Annuale di Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a Base Cellulosica), registrano 3,6 milioni di tonnellate di materiale cellulosico raccolto in tutto il Paese nel 2021. Parallelamente è cresciuta la domanda nazionale di carta riciclata, che è passata dai 4,6 milioni di tonnellate trasformati nel 2017 ai 5,4 del 2020.

I maceri si confermano quindi come una materia prima seconda sempre più strategica per la filiera cartaria italiana: un’eccellenza dell’economia circolare nazionale che ha saputo resistere alle turbolenze del mercato globale.

A seconda della tipologia di carta recuperata e riciclata(giornali, cartoni, carta mista) si possono avere destinazioni diverse: carta da imballo, da scrittura, cartoni, cartoncini, fino ad applicazioni industriali, come per esempio nel settore dell’edilizia dove si possono realizzare materiali isolanti, pannelli e rifiniture con cartone riciclato.

Ma qual è il processo di produzione di altra carta a partire dai maceri recuperati?

La carta si ottiene da una sospensione in acqua di fibre di cellulosa a una concentrazione intorno all'1%. Tale impasto viene steso su una tela tessuta ad anello chiuso. L'acqua, viene eliminata per drenaggio, pressatura ed essiccamento finale, e lascia le fibre irregolarmente disposte e reciprocamente legate. Questo processo di produzione della carta è simile sia che si utilizzino maceri sia cellulosa pura. I maceri normalmente vengono utilizzati tal quali per produrre cartoni, mentre, se si vuole produrre carta bianca, è necessario procedere a una serie di trattamenti necessari a eliminare le sostanze “contaminanti” – essenzialmente inchiostri – presenti in questi ultimi.

Prima della produzione della carta è necessario procedere con altri trattamenti specifici finalizzati a togliere dai maceri tutti i materiali estranei come plastica, vetro, ferro, colle, paraffina, ecc. la cui presenza può creare problemi produttivi e condizionare la qualità del prodotto finito. Questi costituiscono il cosiddetto scarto pulper che viene raccolto da aziende specializzate come DIFE per essere avviato allo smaltimento finale.

Per la produzione di carta bianca si ricorre a un trattamento di disichiostrazione, vale a dire all'eliminazione degli inchiostri, vernici e smalti inevitabilmente presenti nei maceri. Questo trattamento si sviluppa generalmente attraverso diverse fasi operative basate esclusivamente su trattamenti fisici, senza additivazione di sostanze chimiche a base di cloro o di altri solventi organici. Alla fine di tutti questi trattamenti, in base alla qualità della carta da macero utilizzata, l'impasto può arrivare ad avere un grado di bianco, un contenuto in ceneri (residui minerali) e una pulizia paragonabili a quelli della pura cellulosa.

In questo modo con trattamenti diversi è possibile utilizzare i maceri per la produzione di qualsiasi tipologia di carta al posto della cellulosa vergine, con evidenti vantaggi per i boschi e l’ambiente.

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