DIFE, il percorso di misurazione della Carbon Footprint e l'obiettivo di ridurre il proprio impatto ambientale
Dal 2023, Dife redige annualmente il Report di Sostenibilità che mette in luce ogni aspetto aziendale, legato alle attività svolte all’interno degli impianti, ai rifiuti gestiti, al coinvolgimento di stakeholder, all’impatto ambientale e sociale, e molto altro.
Nel 2025, Dife ha intrapreso il percorso di misurazione della Carbon Footprint, analisi che verrà rendicontata all’interno del prossimo bilancio, relativo al 2024.
Facciamo un passo indietro: che cos’è la Carbon Footprint?
Questa espressione presa letteralmente significa “Impronta di Carbonio” e sta ad indicare la quantità di emissioni GHG (Greenhouse Gas), ovvero gas a effetto serra (come la CO2), rilasciate in atmosfera da una data attività e che contribuiscono al riscaldamento globale.
Per questo, la Carbon Footprint indica l’impatto ambientale delle diverse attività aziendali, dirette e indirette, e perciò devono essere considerati nell’indagine anche i partner coinvolti nell’attività in oggetto.
Dopo avere censito e calcolato le emissioni di Scope 1,2 e 3 relative alle attività aziendali, la fase successiva consiste nella misurazione e nell’analisi dei dati ottenuti. Così facendo si riesce a quantificare e a comprendere l’impatto effettivo che l’attività ha sull’ambiente e da qui trarne delle conclusioni per prendere decisioni informate e mettere in atto azioni al fine di ridurre l’impatto ambientale.
Monitoraggio degli impatti attraverso il sistema di gestione dei rischi (ERM) e gli standard europei (ESRS)
Dife monitora i propri impatti attraverso il sistema di gestione ambientale (in conformità alla ISO 14001) e il sistema di gestione dei rischi generale che si applica a tutti i processi aziendali, anche in ottica di Modello Organizzativo 231. Essi permettono di valutare i rischi derivanti dall’attività digestione che potrebbero impattare indirettamente sull’ambiente.
La valutazione, gestione e controllo dei rischi è uno degli aspetti chiave degli standard di rendicontazione europei (ESRS). Ciascuna sezione di tali standard (in riferimento agli impatti, ai rischi e alle opportunità rispetto ad una determinata tematica) è classificata come “mandatory” ossia strettamente obbligatoria. Ciò significa che l’organizzazione dovrà rendicontare tale aspetto, evidenziando le motivazioni e il percorso adottato per misurarlo.
Dopo un’attenta analisi di materialità, Dife ha deciso di rendicontare in modo puntuale lo standard ESRS E1 e lo standard ESRS E5, i due standard europei che trattano tematiche sulle quali ha un impatto maggiore.
Per questo motivo è stato intrapreso il percorso di calcolo delle proprie emissioni di CO2 (secondo lo standard ISO 14064) andando successivamente ad impostare un piano di riduzione delle stesse, tramite la definizione di azioni di breve, medio e lungo periodo.
La compensazione di emissioni GHG
La flotta Dife è composta per il 96% da mezzi Euro 6, veicoli che garantiscono la riduzione delle emissioni di sostanze nocive date dalla combustione. Il prossimo passo è quello di coprire la totalità della flotta con l’introduzione di questi veicoli.
Inoltre, all’interno del Report di Sostenibilità relativo al 2024, per il calcolo della Carbon Footprint, verrà considerato sia un bosco nel Comune di Serravalle, di proprietà di Dife, sia il recente acquisto di un’area verde adiacente a uno degli stabilimenti Dife. Queste aree rappresentano senza dubbio una fonte di compensazione delle emissioni.
I dati descritti saranno inseriti ed ulteriormente dettagliati all’interno delle analisi Carbon Footprint e per la redazione del Report di Sostenibilità 2024.