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Rifiuti edili: la guida pratica per imprese e consulenti ambientali

Rifiuti edili: cosa sono esattamente? Quali regole devi seguire per smaltirli? E quali sono le responsabilità di chi li produce, trasporta e smaltisce? In questa guida riassumiamo tutto ciò che c’è da sapere per affrontare il tema dei rifiuti edili in modo sicuro e conforme alla legge.

di
Redazione
December 6, 2025

Durante qualsiasi intervento di costruzione, demolizione o ristrutturazione, si producono materiali di scarto che vanno gestiti correttamente per evitare sanzioni e danni ambientali.
Ma cosa sono esattamente i rifiuti edili? Quali regole devi seguire per smaltirli? E quali sono le responsabilità di chi li produce, trasporta e smaltisce?

In questa guida riassumiamo, con un linguaggio semplice ma tecnico, tutto ciò che c’è da sapere per affrontare il tema dei rifiuti edili in modo sicuro e conforme alla legge.

Che cosa sono i rifiuti edili

I rifiuti edili sono tutti quei materiali di scarto derivanti da lavori di costruzione, demolizione, manutenzione e ristrutturazione di edifici e infrastrutture.

Possono essere molto diversi tra loro, ad esempio:

• Calcestruzzo, mattoni, laterizi, ceramiche
• Legno, vetro e metalli
• Materiali isolanti e materiali contenenti amianto
• Terre e rocce da scavo
• Materiali misti e residui vari

Non tutti i rifiuti edili sono uguali: alcuni sono pericolosi, altri non pericolosi, e questo determina come devono essere trattati.

La classificazione: pericoloso o non pericoloso?

La classificazione dei rifiuti edili segue il codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti), che identifica ogni rifiuto con un codice numerico specifico.

I rifiuti edili possono essere:

• Non pericolosi, come i residui di calcestruzzo o mattoni puliti
• Pericolosi, come materiali contenenti amianto, vernici, solventi, o terre contaminate

Questa distinzione è essenziale, perché i rifiuti pericolosi devono seguire procedure di gestione più rigorose, con maggiori controlli e documentazione.

Come vanno gestiti i rifiuti edili

La gestione dei rifiuti edili deve rispettare le normative ambientali e riguarda tutte le fasi:

Produzione e separazione in cantiere: è importante differenziare i rifiuti già sul posto per facilitarne il recupero o lo smaltimento.
Stoccaggio temporaneo: i rifiuti devono essere depositati in modo sicuro, evitando contaminazioni o dispersioni nell’ambiente.
Trasporto: deve essere effettuato da aziende autorizzate, con la corretta documentazione (formulari, registri di carico e scarico).
Smaltimento o recupero: i rifiuti vengono inviati a impianti autorizzati per essere trattati e smaltiti, oppure avviati al recupero (per esempio la macinazione del calcestruzzo per riutilizzo).

La dichiarazione di smaltimento: un passaggio obbligatorio

Al termine dei lavori, l’impresa esecutrice deve redigere una dichiarazione di smaltimento rifiuti edili. Si tratta di un’autodichiarazione formale, in cui vengono riportati:

• La tipologia di rifiuti prodotti;
• Il codice CER di ciascun rifiuto;
• Le quantità effettive smaltite;
• Una breve descrizione dei rifiuti.

Questa dichiarazione è fondamentale perché sottintende precise responsabilità penali in caso di errori o omissioni.

Chi è responsabile?

La normativa assegna precise responsabilità:

• Il produttore dei rifiuti (l’impresa edile) deve garantirne la corretta gestione e documentazione.
• Il trasportatore deve essere iscritto all’Albo Gestori Ambientali e seguire tutte le procedure.
• Il destinatario (impianto di recupero o smaltimento) deve accettare solo rifiuti correttamente classificati e documentati.

Le novità normative e l’attenzione all’economia circolare

Le normative in materia di rifiuti edili si aggiornano frequentemente per migliorare sicurezza e sostenibilità. Cresce l’attenzione verso il recupero dei materiali già in cantiere o negli impianti di trattamento, favorendo così un’economia circolare più efficiente.

L’adozione di sistemi digitali per la tracciabilità, come il RENTRI, rende oggi più semplice, sicura e trasparente la gestione dei rifiuti.

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