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Storie di sostenibilità

ri-generation: chi sta rivoluzionando il settore degli elettrodomestici?

Scopriamo la storia di ri-generation, un'azienda all'avanguardia nel settore degli elettrodomestici, fondata con una visione di sostenibilità e inclusione sociale. 

di
Alice Cutsodontis
5 aprile 2024

In un’epoca dedita al consumismo e allo spreco più smoderato, si va a creare un barlume di speranza per il nostro pianeta: ri-generation, società nata dalla fusione di esperienza tecnica e impegno sociale, combinando l'expertise di Astelav con la responsabilità sociale del Sermig. 

Nel 2017, la terza generazione Bertolino e Ernesto Olivero unirono le forze per creare ri-generation e da allora, l'azienda ha rapidamente conquistato un posto di rilievo nel settore degli elettrodomestici, incentrando il suo business su articoli ricondizionati e rigenerati

In questa intervista esclusiva, Manuel Odasso, General Manager di ri-generation, condividerà con noi la storia e i segreti dietro il successo di un'azienda che ha trasformato la rigenerazione degli elettrodomestici in una missione di sostenibilità

Qual è stata la visione originale di ri-generation e come si è evoluta nel tempo, soprattutto in relazione alle crescenti preoccupazioni ambientali e alla sostenibilità? 

Ri-generation nasce con l’intento di far fronte a tutte le esigenze relative a sostenibilità e ambiente. si tratta di un social business che ha anticipato il trend della sostenibilità dettato dalle nuove esigenze dell’ambiente, già nel 2017. 

Considerando l'impegno di ri-generation nella rigenerazione di elettrodomestici dismessi, trasformandoli da rifiuti RAEE a prodotti nuovamente funzionali, come bilanciate l'efficacia del processo di rigenerazione in termini di riduzione dell'impatto ambientale con la qualità e l'affidabilità degli elettrodomestici rigenerati? 

Inizialmente, è importante sottolineare che il nostro impegno si estende alla rigenerazione sia di elettrodomestici considerati RAEE, ovvero rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, che di quelli che potenzialmente potrebbero diventarlo a causa di danni da trasporto o altre problematiche. Affrontare questa sfida richiede un solido know-how. Per questo motivo, abbiamo lavorato per industrializzare il processo di rigenerazione, cercando di renderlo standardizzato. Questo processo si articola in quattro fasi e include più di 30 controlli sull'elettrodomestico per garantire la sua corretta funzionalità. 

Un altro punto fondamentale è la nostra profonda conoscenza dei difetti. Abbiamo studiato e analizzato difetti provenienti da oltre 50 brand di elettrodomestici, il che ci consente di individuarli e risolverli in modo efficace durante il processo di rigenerazione. 

Inoltre, ci impegniamo a sostituire non solo i componenti danneggiati che hanno portato alla dismissione dell'elettrodomestico, ma anche quelli che potrebbero presto deteriorarsi a causa dell'usura. Questo approccio ci permette di garantire un ritorno in condizioni ottimali del prodotto rigenerato. 

In definitiva, ci proponiamo di effettuare una vera e propria rigenerazione degli elettrodomestici, piuttosto che semplici riparazioni. Questo non solo riduce l'impatto ambientale, ma assicura anche la qualità e l'affidabilità dei prodotti rigenerati che offriamo ai nostri clienti. 

Perdonami, quando dici conoscenza approfondita dei difetti, ti riferisci a difetti di fabbrica che un prodotto, una marca tende ad avere? 

Sì, quando parlo di conoscenza approfondita dei difetti, mi riferisco principalmente ai difetti di fabbrica che tendono a manifestarsi su determinati prodotti o marche. Abbiamo acquisito una conoscenza approfondita su come intervenire, anche in presenza di danni estetici che potrebbero influenzare il funzionamento dell'elettrodomestico, come ad esempio quelli causati da urti o altro. Grazie alla nostra esperienza, comprendiamo come è progettato il prodotto e conosciamo il modello in modo da prevedere tendenzialmente i problemi che potrebbero insorgere. Abbiamo sviluppato una forte esperienza che ci consente di comprendere gli effetti generali su tutti gli elettrodomestici che trattiamo. 

E, a livello di mercato, avete una buona risposta o fate fatica a superare quelle che possono essere le perplessità del pubblico? 

Allora entrambe le cose, nel senso che è faticoso, ma da una parte noi stiamo cercando di industrializzarci e strutturarci proprio come un brand al fine di essere considerati quasi come un produttore. Da noi esce un elettrodomestico rigenerato “firmato” ri-generation e questo crea fiducia

Forti di quei punti che ti ho detto prima, quindi dei processi, della conoscenza dei difetti, del fatto che rigeneriamo per davvero, noi concediamo una garanzia sul prodotto fino a 24 mesi. Quindi questo diciamo che rassicura il consumatore

Potresti descrivere il processo che attraversa un elettrodomestico per essere rigenerato? 

Abbiamo una prima fase di analisi, in cui viene analizzata la macchina e viene fatta una commessa di lavorazione. Poi l’elettrodomestico passa nella fase di riparazione, durante la quale gli operatori prendono in carico l’oggetto, si occupano di fare una riparazione fisica dell'elettrodomestico andando a sostituire quelle componenti difettose o soggette a usura che gli viene tutto segnalato nella commessa. Poi si passa a una fase di collaudo nel quale viene verificato il corretto funzionamento dei cicli e avviene anche una sanificazione. Infine, c'è una pulizia di dettaglio finale per dargli un aspetto come nuovo. 

Entrando più nel merito di sostenibilità aziendale: qual è la vostra visione a riguardo e quali sono gli obiettivi principali che avete stabilito per integrare pratiche sostenibili all'interno della vostra azienda? 

La sostenibilità ce l'abbiamo talmente intrinseca che per noi è quasi naturale, il nostro business nasce per fare sostenibilità a prescindere. 

Abbiamo installato i pannelli fotovoltaici e stiamo progettando gli impianti nuovi di rigenerazione che quindi saranno sviluppati tutti in ottica green. Prevediamo un riciclo dell'acqua, cosa che oggi non abbiamo: ovviamente in fase collaudo consumiamo dell'acqua e vorremmo riutilizzarla perché è riutilizzabile. Dei nostri scarti di produzione stiamo cercando di ottimizzare il più possibile, nel senso che dagli scarti vorremmo lanciare sia un business di componentistica, che un business di design e di arte

Può descrivere alcune iniziative o progetti specifici che avete implementato in passato per promuovere la sostenibilità e quali sono i risultati ottenuti da queste iniziative? 

Allora, abbiamo fatto campagne di comunicazione, campagne marketing, eccetera, ne abbiamo fatte, ne facciamo su tutte le piattaforme social classiche dove comunichiamo tutti quelli che sono i nostri valori, quella che è la nostra attività e perché si dovrebbe rigenerare. 

Alcuni progetti che abbiamo fatto per promuovere un po' anche la nostra sostenibilità è il laboratorio di rigenerazione che abbiamo sviluppato con un istituto professionale, nel quale abbiamo integrato nell'anno accademico l'ora di ri-generation: abbiamo preso un’aula, un laboratorio dell'istituto professionale, l'abbiamo brandizzato ri-generation, abbiamo riprodotto la nostra produzione tale e quale facendo si che i ragazzi potessero lavorare esattamente come lavoriamo noi insieme ai nostri tecnici, che sono andati a insegnare cosa significa generare un prodotto. 

Gli articoli rigenerati durante questo progetto sono poi stati rivenduti con l'obiettivo di dare una borsa di studio ai ragazzi sul ricavato. I ragazzi hanno lavorato e ne hanno visto anche poi un guadagno: questo da una parte per valorizzare le competenze di questi tecnici, che poi un giorno potremmo anche assumere. Magari alcuni lanceranno il loro business di ri- generazione, ben venga! 

Quando avete lanciato questa iniziativa con i ragazzi? 

Allora, inizialmente, era partita come laboratorio per ragazzi che arrivano da situazioni un po' svantaggiate nel 2019. Da lì abbiamo preso il più meritevole del corso e l'abbiamo assunto. Poi l’anno scorso abbiamo ripreso questa iniziativa e abbiamo deciso di strutturarla invece per tutti gli studenti dell'istituto professionale. 

Come misurate l'impatto ambientale delle vostre operazioni? Quali indicatori di sostenibilità monitorate regolarmente? 

Un indicatore ce l’abbiamo e un altro lo stiamo sviluppando. Da una parte misuriamo in tonnellate di rifiuti risparmiati con quello che rigeneriamo: solo nel 2023 ne abbiamo rigenerati 3k che equivalgono a circa 210.000 kg di rifiuti risparmiati (dalla nostra nascita abbiamo rigenerato +10k elettrodomestici). 

Dall’altra stiamo studiando con i consulenti il calcolo delle emissioni di CO2, perché ad oggi non esiste letteratura scientifica sull’elettrodomestica rigenerata; quindi, con una società di consulenza, stiamo costruendo questo parametro. Un’attività come la nostra non esiste in Italia, esiste qualcosa in Europa ma molto in piccolo e come dicevo, noi stiamo cercando di industrializzarci. 

Avete partnership o collaborazioni con organizzazioni esterne per promuovere la sostenibilità? 

Abbiamo due partnership di cui una con il Sermig, ovvero il servizio missione giovani, con cui ci impegniamo ad assumere risorse che arrivano da situazioni di svantaggio e stessa cosa con i Salesiani Don Bosco

Avete investito in tecnologie o metodologie specifiche per ridurre l'impatto ambientale? 

Ad oggi non c’è tecnologia specifica per la rigenerazione ma piuttosto tecnologia di processo. I nostri investimenti, infatti, saranno concentrati molto sulle metodologie e sul processo. Anche se non esiste tecnologia non escludiamo di poterla realizzare in futuro, è un progetto che valuteremo a partire dal 2026. 

In che modo promuovete la trasparenza riguardo alle vostre pratiche aziendali sostenibili? 

Quando vendiamo i prodotti comunichiamo esattamente da dove arrivano. Nel senso che tu sai se stai comprando un prodotto nuovo, ricondizionato, se è un prodotto usato, se è usato recentemente ect... quindi cerchiamo di essere estremamente trasparenti in modo che il cliente sappia esattamente cosa sta andando a comprare.

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